Dall’inizio del decennio, i mercati globali degli investimenti stanno vivendo una serie di spostamenti tettonici: dalla trasformazione dei tassi di interesse alla rapida digitalizzazione delle borse valori e al cambiamento della logica della domanda dei consumatori. Vale la pena investire nel 2025 – una questione che richiede non solo una visione a breve termine della redditività, ma anche una valutazione dei vettori strategici. I cambiamenti normativi, il passaggio agli approcci ESG, il rallentamento della crescita negli Stati Uniti e la recessione in Germania stanno modificando l’architettura tradizionale della redditività degli asset. L’approccio “acquista e mantieni” sta sempre più lasciando spazio alla gestione tattica del capitale.
Mercato azionario: vale la pena investire nel 2025
Le borse mondiali hanno chiuso il 2024 con tendenze contrastanti. L’indice Nasdaq è cresciuto del 11,3% grazie alle alte tecnologie e alla crescita delle società AI come NVIDIA e Palantir. Allo stesso tempo, l’EuroStoxx 50 è sceso del 2,1%, riflettendo la pressione dell’inflazione e dell’instabilità geopolitica. Nel 2025 vale la pena investire in azioni – dipende dal settore specifico e dall’orizzonte temporale. Il mercato americano sta mostrando crescita nei settori della robotica, dell’energia rinnovabile e delle piattaforme AI mediche. Allo stesso tempo, le azioni cinesi sono diventate più attraenti dopo cinque anni di calo, specialmente nell’infrastruttura e nell’automazione industriale.

Immobiliare: la domanda si sposta verso soluzioni ibride
La questione se investire nel 2025 nell’immobiliare è diventata più complessa rispetto alla semplice scelta tra commerciale e residenziale. I prezzi a Mosca si sono stabilizzati dopo gli anni surriscaldati del 2021-2023, mentre nelle regioni stanno salendo a causa della migrazione interna. Ad esempio, a Kazan’ il costo medio al metro quadrato in un nuovo edificio è aumentato del 14% anno su anno, raggiungendo 168.000 rubli. Nel 2025, il segmento dell’affitto a breve termine con un modello legale chiaro e una gestione automatizzata offre il rendimento più alto. L’immobiliare commerciale nel settore del co-working genera un rendimento del 11-13% annuo a San Pietroburgo con una posizione e una gestione oculate.
Criptovalute e asset tokenizzati: puntare sulla stabilità dell’ecosistema
Dopo l’approvazione del Bitcoin ETF negli Stati Uniti, l’interesse per le criptovalute è tornato nei circoli istituzionali. Il Bitcoin si attesta sui $67.000 dall’inizio del 2025, mentre l’Ethereum ha superato i $3.800 con l’aggiornamento del protocollo Dencun. Vale la pena investire nel 2025 in asset digitali – dipende dalla disponibilità a seguire i protocolli e comprenderne l’applicazione. Sono particolarmente interessanti i token infrastrutturali, come Chainlink e Arbitrum, utilizzati in scenari DeFi reali. Il settore NFT si è allontanato dalle speculazioni e si sta muovendo verso certificati digitali legalmente riconosciuti: biglietti, diritti di proprietà, licenze.
Oro, platino e asset di materie prime: vale la pena investire nel 2025
In un contesto di mercati instabili, gli investitori stanno tornando agli asset reali. A marzo 2025, l’oro ha raggiunto un massimo storico di $2.360 all’oncia, diventando uno strumento affidabile per l’hedging nel portafoglio. Vale la pena investire nel 2025 in metalli preziosi – la scelta dello strumento è una questione cruciale. L’oro fisico è meno soggetto alle fluttuazioni di mercato, ma richiede considerazioni sull’archiviazione e sulla liquidità. Un’alternativa sono gli ETF sull’oro, come SPDR Gold Shares (GLD), che offrono flessibilità e trading rapido. Le materie prime agricole, tra cui soia e mais, sono interessanti come asset anti-crisi nei paesi in via di sviluppo.
Startup tecnologiche e venture capital: alto rischio con un orizzonte temporale di 5+ anni
Vale la pena investire nel 2025 nelle startup – dipende dal livello di coinvolgimento e dalla propensione al rischio. Le statistiche mostrano che solo il 12-15% dei progetti tecnologici in fase Pre-Seed sopravvive oltre i 36 mesi. Tuttavia, i profitti dei successi sono enormi. Tra le principali direzioni ci sono la biologia sintetica, le interfacce cerebrali, l’agricoltura verticale. In Russia, gli acceleratori corporativi si stanno attivando: Sber avvia un programma per LegalTech, mentre Yandex investe in piattaforme educative AI. Il venture capital offre un rendimento x10 a condizione di competenza ed essere coinvolti nella gestione.
Obbligazioni e prodotti strutturati: protezione del capitale in un ambiente instabile
Dopo l’aumento del tasso chiave della Banca Centrale della Federazione Russa al 16% alla fine del 2024, la domanda di obbligazioni del tesoro federale (OFZ) e di obbligazioni societarie a rendimento fisso è aumentata drasticamente. Vale la pena investire nel 2025 in strumenti obbligazionari – decisamente sì, nell’ambito di una strategia conservativa. Ad esempio, l’OFZ 26242 con scadenza nel 2030 offre un rendimento di circa il 13,7% annuo. I portafogli intelligenti includono un mix di obbligazioni in rubli, prodotti strutturati con protezione del capitale e strumenti di copertura valutaria. Le obbligazioni strutturate legate all’oro mostrano una crescita anche in un mercato laterale.
Asset reali e hedge fund: diversificazione senza correlazione con gli indici
Il interesse per gli asset alternativi nel 2025 è in aumento a causa dell’instabilità degli indici azionari. Il settore agricolo, la trasformazione del legno, le cantine in Crimea e Kuban offrono un rendimento stabile con controllo fisico sull’oggetto. Vale la pena investire nel 2025 in un business reale – particolarmente rilevante con la presenza di un partner strategico e una profonda esperienza. Gli hedge fund con strategie multiple, come Renaissance Technologies o Bridgewater Associates, utilizzano algoritmi basati su macro-modelli e offrono un rendimento superiore al mercato anche durante le flessioni. Il requisito minimo di ingresso è di $250.000.

I parametri chiave nella scelta di strumenti di investimento nel 2025:
- Rendimento in termini annuali – non inferiore al tasso di inflazione + 4%.
- Requisito di ingresso – importo disponibile senza conseguenze critiche per la liquidità.
- Regolamentazione – presenza di garanzie legali e regole trasparenti per l’uscita.
- Liquidità – possibilità di vendere l’attivo entro 30 giorni senza perdita di valore.
- Correlazione – grado di correlazione con altri asset del portafoglio (preferibilmente basso).
- Semplicità di contabilità e tassazione – particolarmente importante per le persone fisiche.
- Supporto tecnico e analitico – presenza di piattaforme e strumenti affidabili.
Conclusioni
Le strategie aggressive stanno perdendo attrattiva, mentre l’accento si sposta verso una diversificazione ragionevole e decisioni gestionali flessibili. Vale la pena investire nel 2025 – dipende non dai trend, ma dalla capacità di costruire portafogli bilanciati, considerare i fattori macroeconomici e adattarsi ai cambiamenti. Un approccio consapevole alla scelta degli asset, un’analisi dei rischi ben ponderata e una chiara comprensione degli obiettivi rendono gli investimenti non una lotteria, ma uno strumento di crescita sostenibile.